Fonte: teamduemila.it

Cosa fare per iniziare a fare inbound marketing nella tua azienda

Cosa fare per iniziare a fare inbound marketing nella tua azienda

Sei un imprenditore e vorresti avere maggiore controllo sulle tue strategie di marketing? O ancora, ti sembra che queste portino semplicemente a investire copiose somme di denaro del budget aziendale ma che non portino effettivi risultati?

Esistono diversi modi per ottimizzare gli investimenti in marketing, eppure nessuno di questi prescinde dall’acquisire maggiore consapevolezza sulle pratiche e i metodi propri del marketing. Anche se non è la tua area di competenza, essa è davvero utile per qualsiasi attività commerciale e dovrebbe essere intrinsecamente legata con chi ha potere decisionale e di budget. Nel caso in cui questo allineamento non si verifichi, molto spesso si creano situazioni di mancata fiducia che conducono di fatto a tensioni tra il reparto marketing e la proprietà. 

Insomma, approcciarti alle nuove strategie di marketing non dovrebbe spaventarti, tutt’altro. Non solo perché grazie all’ormai consolidata presenza digital queste sono divenute più economiche, bensì perché – quando applicate correttamente – rappresentano la via migliore per attirare potenziali clienti. 

L’inbound marketing: che cos’è?

Tra le nuove tipologie di marketing che sono emerse negli ultimi anni quella meno invasiva e al contempo più efficace per riuscire ad attrarre clienti potenziali è l’inbound marketing.

Cosa si intende per inbound marketing? Volendo riassumere il concetto di base del suo funzionamento, questo tipo di marketing comporta l’ideazione e la creazione di contenuti utili, pensati in modo specifico per il tuo target e consegnati nel momento più adatto. Questi contenuti intercettano le domande che il tuo cliente ideale si sta facendo – e quelle che ancora non sa di porsi – e fornisce una risposta: ecco perché viene percepito come un beneficio. Anzitutto, propone dei contenuti promozionali per un’attività senza però interrompere il percorso di navigazione dell’utente, mentre in secondo luogo offre contenuti ideati sulle reali esigenze del cercatore, di fatto offrendo un aiuto tangibile. Come accade nelle interazioni umane – lo possiamo verificare ogni giorno – quando qualcuno ti aiuta si crea un legame di fiducia implicito. 

 

Muovere i primi passi nel mondo dell’inbound marketing

Dare il via a una strategia di inbound marketing significa quindi individuare una o più figure che all’interno dei reparti aziendali possano creare e successivamente distribuire dei contenuti di valore per il target dell’azienda stessa. Questi contenuti devono essere apprezzati per la loro utilità, di conseguenza devono partire da una domanda reale. Bisogna in sostanza mettersi nei panni dei propri utenti e solo a quel punto offrire una soluzione che può essere quella che introduce – senza un eccessivo tono promozionale  – i prodotti e/o i servizi offerti dall’azienda. 
Una strategia di inbound marketing è in grado di allinearsi ad ogni specifica fase del processo decisionale e di acquisto del consumatore.

Quali sono le fasi fondamentali? Anzitutto quella in cui le persone iniziano a realizzare e esprimono sintomi di un potenziale problema o opportunità (consapevolezza). Segue poi la comprensione del problema o la visione di un’opportunità e la ricerca di soluzioni (considerazione). Infine, la fase conclusiva in cui una persona ha definito la strategia, il metodo e l’approccio per risolvere il problema o cogliere l’opportunità (decisione). 

Ecco perche per un’efficace strategia di inbound marketing è necessario individuare il contenuto adatto al singolo canale in cui il consumatore può essere esposto, individuando al contempo il momento giusto per proporlo. 
Non è difficile capire che questo tipo di marketing è uno dei pochi che davvero riceve feedback positivi da parte dei consumatori, che ne apprezzano il carattere non invasivo e le risposte utili ai propri bisogni concreti. Legare la propria azienda a un’efficace strategia di inbound marketing significa dunque aumentare il valore dell’azienda stessa agli occhi del target. 

Dove opera l’inbound marketing?

Quali sono i principali canali su cui distribuire i contenuti pensati per il target? 
Anzitutto, il blog aziendale. L’inbound marketing non può infatti non prescindere da un buon content marketing, che definisce quanti e quali contenuti pubblicare secondo un piano editoriale che deve rispondere a obiettivi strategici precisi e condivisi e che considerino gli stadi del processo di acquisto.
Questi contenuti creati per il blog possono poi essere riportati, possibilmente adattandoli, sulle piattaforme social in cui l’azienda ha deciso di comunicare. In questo caso bisogna prestare un po’ di attenzione: nell’era dei social è il mezzo a definire se un messaggio è appropriato. Ci sono infatti dei messaggi che non funzionano assolutamente su un social, ma che si rivelano particolarmente efficaci su un altro. 

È fondamentale dunque acquisire consapevolezza dell’importanza del contesto, al quale il contenuto deve necessariamente adattarsi. 

Per mantenere il controllo di tutti questi canali è quasi d’obbligo un software che gestisca più elementi contemporaneamente: il migliore è senza dubbio Hubspot, in quanto è stato creato appositamente per fare inbound marketing e a quest’ultimo è dunque strettamente legato. 

Un sistema che si auto-alimenta

Come abbiamo visto, l’inbound marketing attrae in maniera molto “gentile” una persona estranea verso i servizi di un’azienda per convertirla passo dopo passo in estimatrice del marchio. Se la strategia si dimostra valida in ogni passaggio, il risultato sarà persino sopra le aspettative, generando dei veri e propri promotori del marchio, del quale contribuiranno alla promozione con il passaparola.
Affinché la strategia si riveli efficace l’azienda deve operare in due macro aree: la prima riguarda le risorse che si impiegano, la seconda la valutazione delle loro performance e dei risultati. 

Come prima cosa l’azienda deve individuare quante e quali persone sono necessarie per costruire e applicare una strategia di inbound marketing. Ad esempio: SEO specialist, content editor, eventuale programmatore e/o web designer, grafico e social media manager sono alcune delle figure coinvolte nel processo di ideazione, creazione e distribuzione dei contenuti. Valutando il carico di lavoro delle figure che già si trovano all’interno dell’organico è possibile capire se investire in ricerca di nuovo personale oppure se risulta più economico affidarsi a un’agenzia esterna alla quale affidare l’intera strategia, o anche solo parte di essa.

La parte più importante è poi l’analisi dei risultati, che deve incrociare diversi dati per capire quali mosse hanno garantito performance migliori e andare perciò a formulare le strategie successive: anche in questo Hubspot si rivela enormemente utile, in quanto può gestire e aggiornare i dati di ogni lead, seguendoli in tutto il loro percorso di decisione.

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