Un viaggio per la Sales Transformation: La pratica del Diario di bordo

Un viaggio per la Sales Transformation: La pratica del Diario di bordo

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Per i lettori fedeli e navigatori coraggiosi ci addentriamo nelle possibili pratiche per sviluppare maggiore consapevolezza e diventare profondi conoscitori di se stessi.

La prima tecnica che condividiamo è quella del diario di bordo  che può diventare una sana abitudine quotidiana, farsi spazio tra tante abitudini e vizi “insani”, per osservare, elaborare, trasformare i nostri piloti automatici e uscire con creatività ed energia dalla “comfort zone”.

Si narra che il primo diario sia stato quello di Cristoforo  Colombo… tanti ne sono seguiti….. più o meno noti…Diari di Viaggi, Diari di Guerra, Diari Medici, Diari dell’Adolescenza…

Questo strumento è un compagno (o una compagna?) da utilizzare nel viaggio della Sales Transformation per includere oltre che bussole esterne date da strategie e processi anche una bussola interna. Uno strumento per individuare le nostre intenzioni più profonde, ascoltare le nostre emozioni, riconoscere le sensazioni del nostro corpo e agire  comunicazioni e relazioni con maggiore consapevolezza.

In un mondo spesso “virtuale” ci possiamo ancorare in ogni momento ad un oggetto concreto e “presente”, scrivere quello che vediamo in noi e negli altri è un modo per dare una forma a pensieri ed emozioni, ci aiuta a fare connessioni e sviluppare nuove “sinapsi neuronali”.

La scrittura è un eccezionale strumento di cambiamento, porto fuori da me quello che transita nella “mente” e nella “pancia”, osservo ed esploro  il mio mondo interiore attraverso l’esperienza, imparo ad utilizzare il feedback che ricevo dalle mie elaborazioni per apprendere.

Utilizzo le nuove comprensioni sui miei “schemi mentali” e su quelli delle persone con cui mi relaziono per agire diversamente al comparire di situazioni simili. Non reagisco con il “pilota automatico”.

E’ un utilissimo esercizio esperienziale che con il tempo, se lo vogliamo e ne traiamo beneficio, diventa parte di noi.  Il nostro osservatore può essere attento e attivo senza farsi travolgere dalle migliaia di micro attività del “fare” quotidiano che ci sovrastano.

Con il diario di bordo “mi racconto”…e “non me la racconto”.. la mia trasformazione personale e professionale, valorizzo le progressive tappe che scelgo verso nuove direzioni di benessere più efficaci, me ne assumo la responsabilità ma anche il merito.  

Possiamo dedicare uno spazio di cura ed attenzione a noi stessi tutti i giorni, uno spazio in cui finalmente ci fermiamo e respiriamo; uno spazio in cui possiamo finalmente “gettare la maschera” e “con-fidarci” ogni segreto, uno spazio in cui possiamo entrare in contatto con il nostro io più vero per registrare “senza giudizio” i fatti, i pensieri e le emozioni della giornata.

In questo modo possiamo dare valore al nuovo che entra nella nostra vita, celebrare ogni singola idea come occasione di “generatività”, possiamo premiare l’attivazione delle nostre risorse che spesso diamo per scontate, possiamo radicare i nostri talenti alle nuove esperienze e  alle sensazioni provate nel corpo.

Vi stimolo a festeggiare sempre i singoli risultati raggiunti quando ci muoviamo verso nuovi comportamenti  che scegliamo di agire con autonomia e responsabilità.

Con questa pratica, con gentilezza, pazienza e costanza possiamo diventare acuti osservatori delle nostre dinamiche comunicative e relazionali, possiamo comprendere che ruolo giochiamo nelle diverse situazioni, se era quello che volevamo veramente o ci siamo fatti sopraffare  dalla rabbia, dalla paura, dall’ansia, se abbiamo reagito istintivamente come forma di attacco o di difesa per proteggerci in preda delle emozioni.

Da questo osservatorio privilegiato apprezziamo la lentezza progressiva dei nuovi apprendimenti, impariamo a piccoli passi a conoscere le nostre modalità di affrontare il mondo, esploriamo nuove possibilità di comunicare e di relazionarci che ci facciano stare meglio ed essere più motivati nei diversi sistemi di appartenenza.

E’ un’opportunità per descrivere in modo analitico e preciso la nostra unicità, quando agiamo con intenzione e sentiamo le nostre emozioni e azioni in equilibrio fluide e spontanee, quando ci sentiamo adulti forti  e consapevoli responsabili alla guida  della nostra vita.

Allo stesso tempo è un’opportunità  evolutiva ogni volta che l’auto-osservazione ci fa vedere come reagiamo passivamente prigionieri di automatismi, di rigidi schemi e credenze. Se riusciamo ad osservare come la mente ci riporta su vecchie abitudini di “comfort apparente”, in realtà ormai dis-funzional,siamo comunque svegli e impariamo…cosa ci fa reagire? chi ci fa reagire? quale situazione ricorrente? E’ un feedback prezioso in un percorso di cambiamento per l’esperienza successiva.

Possiamo allenarci ad esplorare se siamo capaci di tenere i nostri spazi o ci facciamo invadere, se invece invadiamo lo spazio degli altri. Proviamo a percepire se ascoltiamo veramente senza giudicare  e dialoghiamo sinceramente aprendoci a nuovi punti di vista. Possiamo sentire se ci prendiamo tutte le nostre responsabilità o ci facciamo talvolta vittime alla ricerca di un colpevole a tutti i costi. Proviamo ad osservare la nostra fiducia negli altri, la nostra capacità di condividere e includere le diversità, la nostra predisposizione alla curiosità e creatività.

Sono testimone dell’efficacia di questo strumento per sviluppare consapevolezza, crescita e trasformazione personale.  

Ma non è un altro compito ”da fare”,  è un possibile modo  “per essere” più attenti a noi stessi, per restare presenti radicati al “qui e ora”!

Se questa tecnica ha stimolato la vostra curiosità! …’stay tuned’ …la prossima settimana esploreremo nella nuova tappa una seconda pratica: la consapevolezza corporea e la comunicazione non verbale.

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